La campagna anti pornografia online prosegue in Cina. Su questo non ho nulla da obbiettare, anzi sono dalla parte del Governo di Pechino e aggiungo che un' azione simile debba essere intrapresa pure dal nostro Governo - e pure a livello europeo - per vietare tonnellate di Tera byte di porno accessibili da qualsiasi minorenne.
Purtroppo sono i secondi fini che sono pericolosi. Il Governo cinese ha commissionato a Google il filtro Green Dam, che verrà direttamente applicato su tutti i computer in commercio nella Cina. Il problema è che tale filtro oltre a censurare la miriade di siti porno presenti nella rete è anche un ottimo strumento per bloccare qualsiasi sito d'informazione o blog scomodo al regime, violando così uno dei principali diritti dell'uomo: quello alla libertà di parola ed espressione - e passivamente di essere informato.
A questo punto si palesa il delicato rapporto tra la libertà di espressione e il rispetto di determinati valori sia di matrice religiosa, sia di matrice laica che inevitabilmente viene controllato da ogni Governo nazionale.
Internet come contenitore e Google come mezzo, sono paragonabili ad una vastissima - per non dire infinita - biblioteca con il relativo bibliotecario aiutato dalle sue catalogazioni. Il bibliotecario esegue una censura definita dalla biblioteconomia softcensorship, la quale è positiva sia in termini etici (un minorenne che desidera avere un libro vietato ai minori) che pratici (aiuta l'utente nella ricerca del libro giusto per evitare di farlo perdere nella information overload).
Perchè Google deve essere considerato immune da tali criteri? Perchè si permette ad un software, per estensione una macchina, di estrapolare per qualsiasi persona, qualsiasi cosa dal mare magnum della rete?
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