In Francia secondo l'opposizione e in Europa secondo la maggioranza dei parlamentari, non è possibile interrompere la connessione ad internet di un cittadino anche se indagato, in quanto perderebbe il vitale diritto alla parola, all'opinione e ad informarsi (vedi qualche post sotto il dibattito sulla legge HADOPI).
In Cina non la si pensa così. In occasione dei 20 anni dalla protesta di Piazza Tienanmen il governo cinese ha pensato di scatenare una censura selvaggia, colpendo principalmente intenet. Bloccati decine di siti, blog. Anche i social network sono ricaduti sotto la spada del censore. Twitter è bloccato da martedì. I repressi cittadini cinesi per comunicare e aggirare il soffocante firewall del governo, devono modificare il proprio profilo e selezionare un'altra residenza.
Ma internet è molto più difficile da censurare rispetto ai classici mass media come i giornali, le tv e le radio, e blogger cinesi riescono comunque a trovare il modo di farsi sentire. La rete è un'arma in favore della democrazia e il regime di Pechino lo sa benissimo.