martedì 14 luglio 2009

Protesta contro il ddl alfano

lunedì 13 luglio 2009

La protesta dei blogger si farà




Segnalo il post di Vittorio Zambardino che ricorda, per il 14 luglio, la protesta dei blogger nonostante la Federazione Nazionale della Stampa Italiana abbia sospeso lo sciopero dopo lo slittamento a settembre del decreto Alfano.



venerdì 10 luglio 2009

Hadopi 2 passa al Senato.



Seguendo costantemente l'evoluzione del progetto di legge Hadopi, mi sto facendo una cultura di diritto francese.
Eravamo rimasti che l'Hadopi 2 doveva essere discussa in Parlamento il 20 luglio. Ora mi correggo, la data è il 21 luglio. Il Parlamento francese come quello Italiano è composto da due camere: il Senato (Sénat) e l'Assemblea nazionale (Assemblée nationale). I progetti di legge passano prima al Senato - al contrario dell'Italia - ( i dibattiti al Senato sono di solito meno intensi e sono meno seguiti da parte dei mezzi di comunicazione, in quanto è eletto a suffragio indiretto e ha minore visibilità), poi all'Assemblea nazionale dove il dibattito si fa molto più acceso.

Tutto questo per dirvi che l'Hadopi 2 è stata ieri approvata dal Senato, cosa che appena letta stamattina - e premettendo che non conosco l'iter legislativo francese - mi aveva lasciato abbastanza in confusione.
Secondo il nuovo testo, spetterà alla giustizia ordinaria stabilire la pena a cui andranno incontro gli utenti responsabili di aver scaricato file illegalmente. Si va da 12 mesi di sospensione della connessione, a 300 mila euro di multa, fino a due anni di carcere.


giovedì 9 luglio 2009

Intercettazioni, il ddl slitta a settembre




«Il governo non ritiene il provvedimento così urgente da dover essere esaminato e votato entro il mese di luglio». Queste le parole del ministro della Giustizia Alfano riportate su La Stampa, martedì 7.
Ci sono alcune cose da sistemare? Pare di si, come ho già segnalato qualche post più sotto.
Nel frattempo i blogger si stanno preparando alla protesta del 14 luglio, vedi il blog di Gilioli Piovono Rane e questo post di Zambardino su Scene Digitali.
Io ho intenzione di aderire per protestare contro la censura preventiva che verrebbe attivata dal decreto Alfano verso i blog.
Voi blogger aderirete?

Aggiornamento ore 21:00 - La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha deciso di sospendere lo sciopero contro il ddl sulle intercettazioni previsto per il 14 luglio.
Articolo su Repubblica qui.




mercoledì 8 luglio 2009

Pubblicità e social network




Twitter
.
Tutto si basa sui follower. Utenti in diretto contatto con un determinato account e ne ricevono gli aggiornamenti. Ed è qui che scatta il business. La società di marketing australiana uSocial si fa pagare per aumentare la platea virtuale di un utente che sia una società o un privato, comunque qualcuno alla disperata ricerca di ampia visibilità. Questi i prezzi: 1.000 follower per 87 $, 10 mila per 372 $ e 100 mila per circa 3.500 $. Già 150 le commesse acquisite e 80-90 in cantiere.

Facebook.
Il membro del CdA di FB, Mark Andreessen, ha previsto un fatturato di 500 mln di dollari entro il 2009 e guadagni miliardari entro i prossimi 5 anni. Tutto grazie alla vendita di spazi pubblicitari.

«La strategia è la solita: si crea la comunità e poi si guadagna sull’advertising» spiega il dott. Maurizio Tesconi, ricercatore presso l’Istituto di Informatica e Telematica del CNR. «Google ha fatto lo stesso con le mappe gratuite, guadagnando ora sul piazzamento in esse delle attività commerciali».
Intanto, secondo ZenithOptimedia, gli investimenti pubblicitari globali su internet aumenteranno del 10% nel corso del 2009, arrivando a raggiungere il 15,1% della spesa promozionale totale nel 2011. Le previsioni di aprile davano gli ads di rete in crescita dell’8,6% a fine anno, ma ora le stime sono state riviste al rialzo, facendo di internet, almeno potenzialmente, l’unico mercato pubblicitario in crescita del 2009.

Fonti: Metronews, PMI.it, Punto informatico, Quo Media.



martedì 7 luglio 2009

Protesta Uiguri e repressione Cinese




Cina. Stato dello Xinjiang. Città di Urumqi. 5 luglio. Manifestazione di protesta per l'uccisione di due uiguri avvenuta il 26 giugno in una fabbrica di giocattoli nella provincia del Guangdong. Circa 156 persone hanno perso la vita, più di 800 sono rimaste ferite. Settecento gli arresti effettuati.
Nello Xinjiang, chiamato anche "Turkestan orientale" dai separatisti - un territorio grande cinque volte l'Italia e ricco di petrolio, ma popolato da solo 20 milioni di persone - la minoranza centroasiatica degli Uiguri rappresenta il 44 percento della popolazione, contro un 38 percento (e in crescita) di Han (l'etnia cinese). Come i Tibetani, gli Uiguri lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe dai cinesi, la cui presenza sta lentamente erodendo la cultura e l'identità locale.
L'odio etnico corre sul web e attraverso i blog. Alcuni nazionalisti di etnia Han affermano: "Distruggete la cospirazione, colpite duramente questi sabotatori e colpite con anche più ferocia di prima", e ancora "Il debito di sangue verrà ripagato. Compatrioti Han unitevi e sollevatevi".
La censura del Governo cinese è in azione: toglie foto e filmati che immortalano violenza e sangue, blocca blog e siti scomodi. Non si deve parlare di conflitto etnico in un paese comunista dove dovrebbero essere tutti compagni. Il pugno di ferro cinese continua a colpire sia nelle strade che nella rete.


Gabriele Battaglia, giornalista e studioso della lingua ufficiale cinese (il mandarino), ha scritto un interessante articolo su Peace Reporter e analizza la situazione anche sul suo blog.
Su You Tube alla voce urumqi protest si trovano numerosi filmati.


venerdì 3 luglio 2009

Il magistrato blogger




Dopo il caso in Inghilterra del poliziotto blogger, abbiamo in Italia il magistrato blogger che deride sul web le sentenze dei colleghi. Il magistrato Gaetano Dragotto ha deciso di dimettersi dopo che il Csm ha bocciato la sua conferma nell’incarico. I motivi della bocciatura non sono ancora noti, ma lui non ha dubbi: «Da fonti private mi risulta che la causa principale sia stata proprio il blog». Un blog troppo scomodo ai suoi colleghi che non sopportavano la sua ironia e il suo sarcasmo sulle loro sentenze. Ultimo post del suo blog Temi Nera è datato 2 aprile 2008, quando probabilmente gli fu intimato di chiudere il blog anche se lui si difendeva sostenendo che voleva solo provocare un dibattito e attirare l’attenzione dei colleghi su un modo a volte troppo sciatto e approssimativo di amministrare la giustizia e che comunque sul web non era mai stato citato un magistrato con nome e cognome.
Il Csm avviò un’istruttoria per verificare se esistessero i presupposti dell’incompatibilità del magistrato con il suo ufficio e il suo ruolo concludendo che il blog rappresentava «una caduta di stile» e un «tono di scherno in ordine alla professionalità dei colleghi».
Questo è un altro caso importante di blogger che definirei anomali. C'è da dire che oltre a dare fastidio ai colleghi Dragotto non commetteva alcun reato e non divulgava - al contrario di NightJack - dettagli sui casi su cui stava lavorando.
Siete d'accordo con la conclusione del Csm oppure pensate che avrebbe potuto portare avanti il suo blog senza problemi?

Vi segnalo questo interessante post da Il Navigatore 2.0 che raccoglie alcune divertenti sentenze derise da Dragotto e fa un piccolo appello finale.

giovedì 2 luglio 2009

Il Garante della privacy è perplesso sulle sanzioni stabilite dal Ddl intercettazioni




Il Garante della privacy si dice "perplesso sull'applicazione di sanzioni penali nei confronti della libertà di stampa", al termine di un'intervista rilasciata dopo la relazione al Senato sull'attività del 2008. Il Garante attacca il Ddl sulle intercettazioni approvato da poco dalla Camera e passato ora al Senato.

Questi i temi scottanti per la stampa:

- Sanzioni per giornalisti ed editori: multe salate per gli editori che violano il divieto di pubblicazione. Per i giornalisti previsto, in caso di violazione, l'arresto fino a 30 giorni o l'ammenda fino a 10mila euro se si tratta di intercettazioni.

-All'articolo 8 della legge 8 febbraio 1948 (la legge sulla stampa), n. 47, e successive modificazioni, dopo il terzo comma è inserito il seguente: «Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell'articolo 32 del testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono».

Ricordo che la scadenza per i possibili emendamenti da presentare al Senato è il 7 luglio alle ore 20, termine stabilito dall'ufficio di presidenza della Commissione giustizia di palazzo Madama.
Dopo quella data sapremo in cosa consisterà definitivamente la legge sulle intercettazioni. Speriamo in qualche buon emendamento.


mercoledì 1 luglio 2009

Hadopi 2: Il Consiglio di Stato critica la nuova legge

Ufficialmente progettato per rispondere alle obiezioni sollevate dalla Corte costituzionale in merito alla legge Hadopi, il nuovo testo (l'Hadopi 2), che sarà presentato al Parlamento il 20 luglio, solleva numerosi problemi. Secondo il quotidiano "La Tribune" del 30 giugno, il Consiglio di Stato avrebbe criticato il progetto e insistito sul fatto che anche questo risulterebbe incostituzionale.
Il problema per il Consiglio di Stato consiste nella sanzione penale voluta dal governo, che costituirebbe una violazione del principio di separazione dei poteri fra la funzionie amministrativa dello Stato e quella giudiziaria. "La procedura penale voluta dal governo riduce l'intervento giudiziario ad un semplice ruolo quasi-amministrativo, senza un vero e proprio processo", afferma il più alto tribunale amministrativo francese.
Anche la sanzione che multa di 1.500 euro più un mese di sospensione dell'accesso ad Internet agli utenti che praticano il download illegale, dimostra ancora una volta una incursione della camera legislativa nel potere giudiziario. Infine, il Consiglio di Stato sottolinea l'importanza del rispetto della presunzione di innocenza, violato dall'Hadopi.

(Tradotto da me con l'ausilio del traduttore di Google dal sito francese NetEco).

martedì 30 giugno 2009

Iran: censura aggirata da software canadese


made in Iran by ~nesmanpro on deviantART



Mentre la rivolta nelle piazze viene repressa nel sangue, la rivolta in rete non si placa. Il regime teocratico iraniano guidato dall'abusivo e irregolare Presidente della Repubblica Mahmud Ahmadinejad nonostante l'applicazione del software censore NSN - realizzato da una joint venture tra la finlandese Nokia e la tedesca Siemens - non riesce a porre il bavaglio ai cyberdissidenti. Migliaia di iraniani hanno scaricato da internet un nuovo software canadese che consente loro di accedere a siti oscurati dal regime di Teheran.
La Siphon Inc., è la società che ha sviluppato tale programma e fa sapere che in dieci giorni il software anti-censura è stato scaricato da oltre 18 mila utenti in Iran. Il programma, consente di accedere a Facebook, Twitter e a siti media internazionali quali la Bbc anche se sono bloccati attraverso server basati all'estero.
Un'altro esempio che caratterizza la difficoltà di imbavagliare la rete. Si sta innescando una lotta tra programmi censori contro programmi anti-censura. Per alcune società la cosa si può trasformare in un bel business.



giovedì 25 giugno 2009

Il Dragone rosso non digerisce la rete (2)




La Cina passa dalle minacce ai fatti. Dopo aver avvertito Google di non fare abbastanza per impedire agli internauti cinesi di raggiungere siti porno o siti che criticano il regime ha preso la decisione di sospendere per circa 24 ore alcuni suoi servizi come Gmail, Calendar e Docs.
"Questo è un avvertimento a Google e ad altre aziende straniere" afferma Xiao Qiang, fondatore di China Digital Times "ed è anche un forte avvertimento ai cittadini della rete cinese. Il governo mostra la sua determinazione nel tenere internet sotto controllo".
Nel frattempo prosegue il progetto del software Green Dam, programma di censura commissionato dal regime a Google, che verrà preinstallato o distribuito su CD a partire dal 1 luglio.
Le maglie della censura cinese si stringono sempre di più.



mercoledì 24 giugno 2009

Sarkozy non molla l'Hadopi




"Difendendo il diritto d’autore, non difendo solo la creazione artistica. Difendo anche l’idea che mi faccio di una società in cui la libertà di ciascuno è fondata sul rispetto del diritto degli altri". "E’ anche il futuro della nostra cultura. Ecco perché voglio andare fino in fondo. Non c’è libertà senza regole. Come si può accettare che le regole che si impongono a tutta la società non si impongano su internet?”. Queste le parole di Sarkozy pronunciate ai due rami del Parlamento ieri confermando di voler proseguire con la Legge Hadopi. Dopo la stroncatura dalla Corte Costiuzionale sulla parte che bloccava - dopo 3 segnalazioni - la connessione dell'utente, il Governo francese ha già pronta la nuova proposta che dovrà essere presentata al Parlamento riunito in sessione straordinaria per il 20 luglio. A mio avviso l'ultima frase di Sarkozy è impeccabile, internet non deve rimanere un Far West senza regole. Staremo a vedere in cosa consisterà questo emendamento.




martedì 23 giugno 2009

Censura, Filtro, Selezione.



La campagna anti pornografia online prosegue in Cina. Su questo non ho nulla da obbiettare, anzi sono dalla parte del Governo di Pechino e aggiungo che un' azione simile debba essere intrapresa pure dal nostro Governo - e pure a livello europeo - per vietare tonnellate di Tera byte di porno accessibili da qualsiasi minorenne.
Purtroppo sono i secondi fini che sono pericolosi. Il Governo cinese ha commissionato a Google il filtro Green Dam, che verrà direttamente applicato su tutti i computer in commercio nella Cina. Il problema è che tale filtro oltre a censurare la miriade di siti porno presenti nella rete è anche un ottimo strumento per bloccare qualsiasi sito d'informazione o blog scomodo al regime, violando così uno dei principali diritti dell'uomo: quello alla libertà di parola ed espressione - e passivamente di essere informato.
A questo punto si palesa il delicato rapporto tra la libertà di espressione e il rispetto di determinati valori sia di matrice religiosa, sia di matrice laica che inevitabilmente viene controllato da ogni Governo nazionale.
Internet come contenitore e Google come mezzo, sono paragonabili ad una vastissima - per non dire infinita - biblioteca con il relativo bibliotecario aiutato dalle sue catalogazioni. Il bibliotecario esegue una censura definita dalla biblioteconomia softcensorship, la quale è positiva sia in termini etici (un minorenne che desidera avere un libro vietato ai minori) che pratici (aiuta l'utente nella ricerca del libro giusto per evitare di farlo perdere nella information overload).
Perchè Google deve essere considerato immune da tali criteri? Perchè si permette ad un software, per estensione una macchina, di estrapolare per qualsiasi persona, qualsiasi cosa dal mare magnum della rete?




venerdì 19 giugno 2009

Blog anonimi o privati?




“Non c'è nessun valido motivo per restare anonimi” e il "blog è essenzialmente un'attività pubblica e non privata". Lo ha stabilito un giudice della Corte Suprema britannica rifiutando di proteggere l'identità segreta di NightJack, in realtà un poliziotto che raccontava nel suo blog dettagli dei casi cui stava lavorando, distribuiva scoop che nessun giornale aveva, ironizzava su colleghi e politici, e ogni tanto rendeva pubblici fatti imbarazzanti. Era riuscito a riscuotere un notevole successo fino a vincere il premio Orwell lo scorso aprile. Quando un giornalista del Times scoprì la vera identità di NightJack, questi - ovvero Richard Horton - s'appellò alla magistratura. Il risultato fu molto deludente per il blogger poliziotto, costretto a chiudere il blog, affrontare una procedura disciplinare e una multa.
In Italia il codice di deontologia sulla privacy nell'esercizio dell'attività giornalistica del 1998, stabilisce che i giornalisti devono rendere nota la propria identità, ma solo i giornalisti di professione non un comune blogger. A mio avviso deve essere una scelta che spetta unicamente ad ogni blogger se palesarsi ai suoi lettori, come ho fatto io, oppure rimanere nell'anonimato. Molti blogger anonimi sono stati fondamentali per l'informazione, ricordo durante la seconda guerra del Golfo i warblog tenuti da soldati e ufficiali dell'esercito americano.
Che ne pensate, meglio anonimi o pubblici? Considerate giusto che la legge possa obbligare un blogger anonimo a rendersi pubblico?


giovedì 18 giugno 2009

Anche l'Olanda dichiara guerra alla pirateria




L'Olanda, seguendo le orme della Francia, vuole punire la condivisione tramite rete P2P di materiale protetto da copyright. La commissione di giustizia della Camera olandese ha discusso stamattina un rapporto sul diritto di autore e della sua intenzione di proporre ai ministri della Giustizia, Ernst Hirsch Ballin, e delle Finanze, Maria van der Hoeven, un progetto di legge che combatta con forza la pirateria.
Un recente sondaggio del programma televisivo di Eén Vandaag effettuato tra i giovani olandesi tra i 12 e i 24 anni, ha avuto un risultato impressionante: circa il 93% dei giovani ha dichiarato di scaricare musica, film e giochi illegalmente, mentre solo il 5% lo fa legalmente da servizi a pagamento come iTunes. Attualmente in Olanda non è reato il download di materiale coperto da copyright ma lo è l'upload.
La commissione di giustizia della Camera olandese fortunatamente non mira unicamente a condannare ma propone inoltre di abbassare le tasse sull'acquisto per uso privato di cd e dvd, fino ad azzerarle in tre anni, per ridurre i costi per i consumatori e salvaguardare i profitti delle case produttrici.
Sicuramente nei prossimi mesi tutti questi disegni di legge - ricordo che un comitato anti pirateria sta lavorando pure in Italia - si trasformeranno in qualcosa di pratico. Speriamo in soluzioni moderate e non troppo repressive. Sta di fatto che i "pirati" sono riusciti ad approdare al parlamento Europeo, in quanto il partito svedese Piratpartiet alle europee ha ottenuto un incredibile 7,1% conquistando 1 dei 18 seggi destinati alla Svezia. Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet dichiara battagliero di avere un'agenda politica esplosiva, che include il contrasto all'azione di lobby dell'industria dei contenuti sino alla depenalizzazione dell'utilizzo del file sharing per uso privato.


mercoledì 17 giugno 2009

Twitter, mezzo fondamentale per la libertà di parola




«Al momento Twitter è la nostra UNICA possibilità per raccontare quello che succede in Iran. Per favore, non interrompete il servizio». Così ha scritto Mirhossein Mousavi, alle 16.06 di lunedì 15 giugno nella sua pagina personale di Twitter. E prontamente Twitter, sotto consiglio del governo USA, ha fatto slittare le operazioni di manutenzione di qualche ora più tardi alle 2 del mattino circa ora iraniana.
In un paese dove le elezioni sono state viziate da pesanti brogli e il governo ha calato un pesante manto di censura su tutti i mass media, i social network - in particolare Twitter - stanno giocando un ruolo fondamentale nel continuare a fornire informazione su quanto accade. Analoga situazione si era verificata in Cina per il ventennale dalla protesta di piazza Tienanmen (trattata nel mio post "Il dragone rosso non digerisce la rete").
La rete, nata come mezzo di comunicazione in caso di attacco nucleare, sta svolgendo al meglio il suo compito. Potrebbe risultare - sta risultando - vitale per la democrazia e per una rivoluzione democratica. Nessun altro mezzo di comunicazione riesce ad essere così libero e strategico, scavalcando la censura.
Quanti di voi sono iscritti e utilizzano regolarmente un social network? Io ho un account su Facebook da circa 9 mesi con alti e bassi (a volte ci sto a dietro, altre volte lo abbandono). Notizie come queste mi spronano a farne un utilizzo serio e continuo pensando al suo forte potere comunicativo.

giovedì 11 giugno 2009

Stop all'HADOPI




La famosa legge HADOPI - discussa nel mio post "Cos'è l'HADOPI" - è stata giudicata incostituzionale dal Consiglio Costituzionale francese e pertanto è stata rinviata al mittente, cioè al Governo Sarkozy, che dovrà modificarla. La parte incostituzionale è quella relativa alla soppressione della connessione internet dell'utente dopo i 2 avvisi, uno per e-mail e l'altro con raccomandata. Soltanto un giudice può provvedere ad una tale azione e non una legge del governo - per lo più voluta dalle major del settore - in quanto si violerebbe la libertà di stampa, di parola e di opinione attuate per mezzo della rete. L'unica parte dell'HADOPI non bocciata è quella relativa al monitoraggio del traffico delle utenze e i relativi avvisi.
Di questa legge non sta nel fine l'errore, ma nel mezzo repressivo utilizzato e fortunatamente la Francia se ne è accorta. Voi cosa ne pensate?


mercoledì 10 giugno 2009

Obbligo di rettifica per tutti i siti web




Nel Disegno di legge sulle intercettazioni - già ribattezzate Legge bavaglio nell'editoriale di Giuseppe D'Avanzo su Repubblica - è contenuta una norma che introduce l'obbligo di rettifica per tutti i siti web, blog compresi. Conseguentemente una volta approvato, se la rettifica non verrà rispettata si ricadrà nelle stesse pene pecuniarie previste per i media tradizionali che sono piuttosto salate. Nel suo blog Diritto 2.0, Ernesto Belisario parla di attacco alla libertà di informazione in rete: "Appare evidente il pregiudizio che questa norma, se approvata, arrecherà alla libertà di informazione in rete". Il diritto di rettifica stabilito dalla legge sulla stampa del 1948 all'art.8 è uno strumento fondamentale del cittadino per difendersi da diffamazioni e diffusioni di notizie false, esagerate e tendenziose per mezzo stampa, ma estenderlo dai media tradizionali anche sui "siti informatici" senza distinzione tra quelli amatoriali e professionali crea un pò di problemi.
Il Governo ha chiesto la fiducia e quindi il ddl molto probabilmente diverrà legge.
Come la considerate questa norma, un bavaglio alla libertà di espressione sulla rete o un invito - o meglio obbligo - a tutti i blogger a scrivere ed informare in maniera più professionale?

Aggiornamento ore 18:42: segnalo che se ne sta parlando pure sul blog Scene Digitali di V. Zambardino e su Web Notes il blog di Anna Masera.




martedì 9 giugno 2009

Il Governo promette di ridurre il Digital Divided




Premessa: il digital divided o divario digitale è appunto il divario esistente tra chi può accedere alle nuove tecnologie (internet) e chi no. Come tutti sappiamo l'Italia presenta un d.d. piuttosto ampio rispetto alla media europea. Dopo le indiscrezioni del rapporto Caio - di cui ho accennato nell'aggiornamento al post "Giornali online: americani ed europei a confronto"- il Governo ha deciso di prendere una posizione chiara e di investire 1,471 miliardi di euro per diffondere la tecnologia broadband - la banda larga cioè l'Adsl per capirci - in tutta Italia. "Cancellare il digital divide italiano costa 1,471 miliardi di euro. Entro la fine del 2012 tutti gli italiani avranno la possibilità di connettersi a Internet a una velocità compresa tra 2 e 20 Megabit al secondo" ha affermato Paolo Romani, vice ministro dello Sviluppo economico aggiungendo che "investire quasi un miliardo e mezzo potrebbe portare a un incremento di Pil di circa 2 miliardi. Studi Ocse fissano infatti a 1,45 il moltiplicatore congiunto del settore comunicazione sull'intera economia". Quindi un'ottimo disegno di legge che verrà discusso in parlamento a fine giugno. Speriamo che il tutto venga realizzato in tempi brevi e senza gli ormai soliti rallentamenti a cui i governi italiani ci hanno abituato. Ma non finisce qui in quanto "…l'obiettivo a medio termine, invece, è quello descritto nel rapporto Caio, ovvero implementare le reti di nuova generazione", cioè in particolare la fibra ottica che richiederebbe un ulteriore investimento di circa 10 miliardi di euro. Non ci resta che attendere e controllare l'operato del Governo. Stay tuned.


Investimenti pubblicitari a picco




Gli investimenti pubblicitari su internet nel primo trimestre del 2009 hanno registrato un brusco calo, del 5%, rispetto all'anno precedente. La pubblicità è la prima forma di introiti dei giornali online, e la sua diminuzione va a pesare sulla crisi delle vendite dei quotidiani. Gli editori non sapendo più come evitare le perdite nel settore cercano nuove soluzioni, una delle quali è la discussa introduzione di un costo per usufruire dei giornali online o almeno di alcune loro parti . Avevo già segnalato in merito le opinioni di Rupert Murdoch nel post "Giornali online a pagamento?", e delle sostanziali differenze tra i giornali americani e quelli europei, ma se gli investimenti pubblicitari non torneranno presto a salire è probabile che molte informazioni ed opinioni che siamo abituati a leggere gratuitamente ce le ritroveremo a pagamento.



giovedì 4 giugno 2009

Il Dragone rosso non digerisce la rete




In Francia secondo l'opposizione e in Europa secondo la maggioranza dei parlamentari, non è possibile interrompere la connessione ad internet di un cittadino anche se indagato, in quanto perderebbe il vitale diritto alla parola, all'opinione e ad informarsi (vedi qualche post sotto il dibattito sulla legge HADOPI).
In Cina non la si pensa così. In occasione dei 20 anni dalla protesta di Piazza Tienanmen il governo cinese ha pensato di scatenare una censura selvaggia, colpendo principalmente intenet. Bloccati decine di siti, blog. Anche i social network sono ricaduti sotto la spada del censore. Twitter è bloccato da martedì. I repressi cittadini cinesi per comunicare e aggirare il soffocante firewall del governo, devono modificare il proprio profilo e selezionare un'altra residenza.
Ma internet è molto più difficile da censurare rispetto ai classici mass media come i giornali, le tv e le radio, e blogger cinesi riescono comunque a trovare il modo di farsi sentire. La rete è un'arma in favore della democrazia e il regime di Pechino lo sa benissimo.


mercoledì 27 maggio 2009

Lezione da John August




Mi riallaccio alla segnalazione fatta da M. Pratellesi sul suo blog per invitarvi a leggere la lezione che John August tenne nel 2006 davanti agli studenti dell'Università di San Antonio, Texas, pubblicata su l'Unità con il titolo: Essere professionisti e l'alba dei dilettanti. Il tema trattato riguarda la professionalità da ricercare nello scrivere blog per migliorare la qualità dell'informazione.
Visto che tutti siamo impegnati a mandare avanti un blog questa lezione può essere molto interessante. Chiaramente nulla da togliere al nostro prof. L. Alfonso.



Il giornale online europeo




Problemi a leggere i quotidiani di altri paesi?

Ora non più grazie alla Commissione Europea, che pochi giorni fa ha varato Presseurop il giornale online che raccoglie le principali notizie delle più importanti testate internazionali tradotte in 10 lingue tra cui l'italiano. I giornali considerati sono circa 250 tra i quali El Pais, Le Monde, The Guardian, The Financial Time, The Economist, Frankfurter Allgemeine Zeitung, New York Times e i nostri Corriere della Sera e La Repubblica.
Il sito si presenta molto sobrio e chiaro, di facile navigazione. Presenta un'area blog, un'area riservata alle fonti in cui scrive la storia e le caratteristiche dei principali giornali europei, e un'area dedicata ad approfondimenti.
Il sito è ancora in una fase di lancio tant'è che mentre scrivo il server è caduto.
Presseurop è un'ottima vetrina per le imminenti elezioni europee e un incentivo ad andare a votare.

sabato 23 maggio 2009

Cos'è l'HADOPI ?






Questa domanda è stata posta ieri dal professor Lelio Alfonso in apertura della lezione di informatica applicata al giornalismo.

Risposta.

L'HADOPI (Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et la Protection des Droits sur Internet) è l'autorità francese che si prefigge di combattere lo scambio illegale di materiale coperto da copyright per mezzo delle tecnologie di internet (P2P, torrent, ecc.). In breve è un'autorità anti pirateria. Interessante sapere che l'HADOPI è stata fondata da Denis Olivennes (nella foto in alto) presidente della FNAC, società che guarda a caso commercializza film, DVD e materiale tecnologico (è una specie di Mediaworld per intenderci).

Sviluppi.

La legge anti pirateria approvata da Sarkozy ha suscitato numerosi dibattiti ma anche azioni legali.
I socialisti francesi hanno sollevato dubbi di incostituzionalità presentando il caso innanzi al "Conseil Constitutionnel". Nel caso la legge non venisse cancellata o modificata, tramite l'europarlamentare Guy Bono ricorreranno alla corte di giustizia europea.
Il parlamento europeo si era già mosso ed espresso in merito a certe idee repressive nella discussione del "pacchetto telecom" (un gigantesco provvedimento che riformula 5 direttive sulle telecomunicazioni) con l'approvazione dell'emendamento 138 e il blocco dell'intero pacchetto. L'emendamento stabilisce che la connessione internet è un elemento di manifestazione della libertà di pensiero e non può essere in alcun modo fatto oggetto di sanzione di legge.
In Italia è stato formato il comitato anti pirateria, alla guida del professor Mauro Masi, ora direttore generale della Rai. La situazione la spiega molto bene Vittorio Zambardino sul suo blog "Scene digitali", sostenendo che il problema è di approcio al tema della pirateria da parte dei nostri governanti con l'unica volontà di reprimere, accontentando le pressioni delle grandi aziende del settore, senza basarsi su reali e approfondite indagini sociali.



giovedì 21 maggio 2009

News Blogs Video Community - The Huffington Post






Arianna Huffington è una giornalista greca naturalizzata statunitense e ideatrice del popolare blog, o meglio giornale solo online, (blog mi pare un pò riduttivo) The Huffington Post. Il 5 maggio ha vinto la XXX edizione del premio Ischia internazionale di giornalismo proprio grazie al suo sito. L' HuffPo è considerato il sito di opinione più influente al mondo.
Come si caratterizza?
Funziona come un aggregatore di news e contenitore di blog. Molti nomi famosi degli States tengono un blog all'interno dell' HuffPo, attori, senatori, scienziati ecc.
Recentemente la Huffington ha ingaggiato Lawrence Roberts, capo dei reporters investigativi del Washington Post per migliorare il suo sito, ed ha aperto un fondo di investimento per il giornalismo investigativo, per finanziare vari reporter che scrivono da tutto il mondo.
Il suo modello è vincente e continua ad espandersi, il tutto va avanti grazie ad una redazione composta da poche persone, con grande quadagno e poca spesa.
L'HuffPo è sicuramente una punta di diamante del giornalismo online americano destinato a fare scuola.

Aggiornamento 22:21 - Una mia amica mi ha segnalato un'interessante intervista fatta alla Huffington dal sito Wired, riportata su Wittgenstein. Vista l'importanza delle tematiche trattate la pubblico integralmente:

Due chiacchiere con Arianna Huffington, per Wired

Arianna, siamo insieme da un pezzo, oggi. Io pensavo che un giornale online andasse seguito ventiquattr’ore su ventiquattro. Riunioni, telefonate…

Infatti, ho una conference call tra poco, bisogna che parliamo in macchina. Ti dispiace?

Per niente. Il giornale lo fate al telefono?

Io faccio le riunioni soprattutto al telefono. Riunioni diverse con ciascuna sezione del giornale: poi i singoli caposervizio hanno molta libertà e successivamente assestiamo insieme le impostazioni di ciascuna sezione.

Ma lo Huffington Post dove si fa? C’è una redazione o è tutto decentrato, ognuno a casa sua (o in macchina)?

No, no. Abbiamo una redazione a New York, il quartier generale. E una redazione più piccola a Washington. Ma io lavoro a casa a Los Angeles: in uno studio segreto al piano di sopra, nascosto da una libreria e da un immagine dei Cardinals.

I Saint Louis Cardinals?

No, no: cardinali. Fiorentini. È un quadro. Il mio studio è dietro il quadro.

Pare lo studiolo del duca a Urbino.

Non sono mai stata a Urbino.

Dovresti. Il duca sapeva come farsi pubblicità. È vero che sullo Huffington Post le sezioni specializzate rendono di più in termini di pubblicità?

Non esattamente. Gli spazi più costosi sono sempre sulla home page, che copre tutti gli argomenti. Ma alcune sezioni sono più interessanti della politica, per gli inserzionisti.

E avete niente tipo il colonnino morboso?

Il cosa?

È uno spazio che hanno in home page i siti di news italiani, più o meno esteso: ci stanno i video curiosi, le notizie di sesso, lo strano ma vero…

Abbiamo una sezione comedy e ci mettiamo quel genere cose: video comici, estratti da programmi tv.

E i guadagni dello Huffington Post vengono tutti dalla pubblicità o da altro?

Che genere di altro? Dici che dovremmo vendere delle scarpe? Coi tacchi alti…

A-ha. Molto alti…

Molto. E anche il traffico di droga funziona.

Sì, l’ho sentito dire.

No, dai: pubblicità. il nostro modello di business è esclusivamente basato sulla pubblicità..

Cosa pensi del vostro principale concorrente, il Daily Beast di Tina Brown?

Mi piace il Daily Beast. Hanno un bel design, ottime storie. Io penso che più gente c’è online meglio è.

Che differenze vedi tra voi e loro?

Noi siamo più un giornale, loro più una rivista. Noi copriamo tutto, loro selezionano. Noi abbiamo molti più blogs, loro stanno su una scala minore. Noi produciamo molti più contenuti originali, abbiamo più reporter e corrispondenti. Noi siamo un giornale online.

Quali sono gli altri bravi che fanno il vostro genere di cose?

Talking Points Memo, Drudge, Politico. Ma il nostro genere di cose è un prodotto fatto di aggregazione e produzione di news da una parte e di una comunità di bloggers dall’altra. E quindi devi metterci anche i siti dei giornali e dei grandi gruppi, che ci si sono avvicinati venendo da un’altra direzione: New York Times, CNN, MSNBC, Wall Street Journal. Anche loro fanno news e hanno i blogs.

E come vi è venuto in mente lo Huffington Post?

Il mio socio Kenny Lerer e io decidemmo di creare quello che poi diventò lo Huffington Post dopo la sconfitta di John Kerry. Volevamo mettere assieme un aggregatore di news e un blog collettivo: cominciammo con 500 blogger, ora ne abbiamo 3000.

Ma volevate fare giornalismo o politica?

Giornalismo, è sempre stata una cosa di giornalismo.

Non vi interessa influenzare la politica?

Sì, ma attraverso il giornalsimo. Non attraverso l’attivismo. C’è una differenza. Vogliamo fare del giornalismo che abbia dei risultati. Significa per esempio che cerchiamo di restare fedeli a un’inchiesta, di non lasciarla morire. I media tradizionali trovano una notizia e poi la abbandonano rapidamente. Ma per ottenere dei risultati bisogna perseverare su quella storia fino a che la gente non è stufa.

Ma all’effetto che fanno le vostre cose a Washington ci penserete…

Io non sto a Washington: vivo a Los Angeles e vado spesso a New York. A Washington vado se serve, ma il mio lavoro è attraverso lo Huffington Post, non nella politica. Sulle banche siamo stati molto critici con Obama: e questo è il modo in cui lo Huffington Post si occupa di politica, mantenendosi affidabile presso i propri lettori.

È per questi attacchi che poi Obama va in giro a dire che non legge i blog…

Guarda, Obama sta facendo molte ottime cose: sulle staminali, sul piano di aiuti, sulla riforma della sanità. Ma con l’indulgenza sulle banche rischia di mettere a rischio tutta l’operazione di superamento della crisi.

Che impressioni hai dell’informazione online italiana?

A quanto sento, la convergenza è ancora in corso. Ci sono troppi ruoli separati tra le redazioni di carta e quelle online, tra i giornalisti e i bloggers, tra le varie gestioni. Hanno bisogno di integrarsi, come è successo in America: basta guardare come funzionano oggi il New York Times e il Washington Post.

Ma tu cosa pensi di tutto il dibattito sul futuro dei giornali, che comprende anche un ripensamento sulla circolazione gratuita dei contenuti giornalistici? C’è chi teorizza la necessità di trovare un modo perché chi produce news sia l’unico detentore della loro pubblicazione online…

È troppo tardi per sovvertire quello che succede in rete, e in rete non si paga per i contenuti: a meno che non parliamo di contenuti molto specializzati (come il Wall Street Journal e le sue competenze, o il porno). Ma nessuno riuscirà a cambiare il modo in cui le persone si sono abituate a raccogliere le informazioni in rete. Per questo credo molto nel potere degli aggregatori, e non credo che limitare l’aggregazione e la riproposizione dei contenuti originali sia una buona idea: se gli aggregatori lavorano bene portano traffico anche alle fonti originali. Noi riceviamo centinaia di richieste ogni giorno da parte di siti che vogliono che linkiamo le loro storie. Per avere più lettori.

L’obiezione è: se tutti i soldi vanno agli aggregatori e non a chi produce le news, poi con quali soldi si producono, le news? Se il New York Times chiude, voi poi cosa aggregate?

Guarda, adesso c’è stata una specie di tempesta perfetta prodotta dalla crisi economica e la crisi della pubblicità, ma non è che il New York Times non faccia profitti. Aspetterei a pensare che il New York Times chiuderà. E poi ci stiamo muovendo verso molti potenziali modelli diversi: io credo che l’informazione sarà prodotta da combinazioni di enti commerciali e no-profit, di giornalisti, blog e citizen journalism, eccetera.

Internet non ha quindi nessuna responsabilità sul futuro del giornalismo investigativo?

Io penso che le ipotesi sulla morte dei giornali siano molto esagerate e trascurino gli enormi spazi di innovazione che ci sono nel futuro. Ma non dimentichiamo anche che il giornalismo investigativo tradizionale ha avuto di recente i suoi bei fallimenti: ha fallito sulla guerra in Iraq, quando ha fatto da cheerleader all’amministrazione Bush e trascurato di fare inchieste che andavano fatte, o non ha dato loro lo spazio che meritavano. Dopo di che di nuovo i giornali hanno mancato del tutto di prevedere la crisi finanziaria. E sono due.



martedì 19 maggio 2009

Giornalionline: Americani ed Europei a confronto





Gli americani sono avanti di 5 anni.

Perchè?

Hanno molti più lettori online e in generale molto più mercato, grazie all'ampia diffusione a tutti i livelli sociali e geografici di internet e della banda larga. Di conseguenza molto prima di noi hanno sviluppato tecniche più raffinate e organizzazioni differenti. Fondamentale da ricordare la fusione in un unica redazione tra l'online e il cartaceo.

Aprendo la pagina web del New York Times si notano immediatamente 2 cose: i pezzi sono firmati (quindi dietro vi è un lavoro di rielaborazione della notizia da parte del giornalista, contro l'aggregazione di takes di agenzia nei giornali europei); opinioni ed editoriali appaiono in bella vista sulla destra e si riesce chiaramente a distingurli dalle notizie, secondo le regole del giornalismo.

Altra caratteristica è l'ipertestualità, ogni notizia è corredata all'interno del testo da link che rinviano ad un argomento correlato trattandone in modo esaustivo, mostrando tutti gli articoli inerenti pubblicati all'interno del sito stesso e in altri siti e una overview completa il quadro facendo il sunto del particolare argomento.
Su "La Repubblica" ad esempio, l'ipertestualità è utilizzata unicamente in riferimento ad altri articoli pubblicati all'interno del sito, c'è un breve elenco degli articoli correlati sempre situati all'interno dello stesso sito e non esiste nessuna overview che spieghi il tema trattato. Stessa cosa vale per l'inglese "Guardian" e il francese "Le Monde".

Forse tra 5 anni anche in Europa, quando aumenteranno gli utenti e i lettori di news online il giornalismo in rete raggiungerà gli attuali livelli americani, ma ho il presentimento che gli americani all'epoca saranno nuovamente avanti di 5 anni.

Aggiornamento ore 19,27 - Sul sito WikiLeaks, (sito anonimo che pubblica notizie che i governi non vogliono divulgare) è apparso per intero il rapporto del consulente Francesco Caio incaricato dal governo di studiare il futuro della banda larga in Italia. Caio denuncia che nei prossimi anni gli investimenti privati non cresceranno a ritmo sufficiente a soddisfare la domanda e suggerisce un intervento pubblico per raggiungere tutte le famiglie e per favorire gli investimenti.
A questo punto speriamo che l'Italia non perda troppo terreno anche nei confronti dell'Europa.


sabato 16 maggio 2009

Google power!!!



Pakistan. Valle dello Swat. Milizie talebane contro milizie governative. Argomento interessante, almeno per me. Decido di esplorare questo avvenimento con gli strumenti forniti da Google. Da pochi giorni ho inserito nella mia homepage (iGoogle) il box Google news, ho cliccato su "Dal Mondo" e assieme alle più svariate notizie ho selezionato quella relativa alla guerra in Pakistan, ma non il link, bensì "visualizza storie correlate". Sono andato nella funzione "ricerca avanzata news" e ho inserito le tag "Pakistan" e "Swat" poi ho cliccato su cerca e mi si è aperta la nuova pagina. A questo punto mi è bastato mettere il Feed Rss su tale pagina. Ora ho il totale (ho quasi) controllo di tutte le informazioni provenienti dalle Valle dello Swat e del relativo scontro.
Non mi basta. Voglio sapere la precisa ubicazione di questa fantomatica valle e vederla con i miei occhi. Google Earth.
Nella ricerca seleziono "Swat, Pakistan". Con la visuale a volo d'uccello arrivo nel centro della valle. Il fiume è immenso, formato da molteplici rami, come vastissima è la valle costeggiata da catene montuose alte 2000 metri.
Molti servizi appoggiano Google Earth come Panoramio che mostra le foto del posto e perfino You Tube che correda il tutto con dei filmati. In questo post pubblico 2 foto del fiume Swat e un video girato nei pressi di Mongora. Il video (preso da You Tube a questo link "Flogging of girl in Swat") è piuttosto forte, mostra il linciaggio di una donna, colpevole di non so quale crimine.

Il bello è che tutto questo viaggio l'ho fatto senza muovermi dal mio desk.



giovedì 14 maggio 2009

Giornali online a pagamento?




"I nostri siti presto a pagamento". "L'era attuale di internet", ovvero di un web in cui l'informazione giornalistica viene data per lo più gratuitamente, "sarà presto finita". Queste le parole di Rupert Murdock rilasciate sul suo Wall Street Journal in data 7 maggio.
Il giorno successivo Vittorio Zambardino, giornalista di "La Repubblica," pubblica sul suo blog "Scene digitali" un post chiarificatore sulle frasi di Murdoch.
L'idea del magnate australiano è partita dal problema della crisi degli investimenti pubblicitari, fondamentali per la sopravvivenza dei giornali online.
Innanzitutto Murdoch si rivolge ai giornali americani in cui vi è una buona integrazione tra le notizie del giornale e quelle del sito a differenza di quelli europei (faccio notare ad esempio che gli articoli del "The New York Time" sono firmati a differenza di quelli del "Corriere della sera" e di altri illustri giornali europei che sono semplicemente degli aggregati di takes d'agenzia).
Murdoch non ha intenzione di mettere a pagamento tutto il sito ma soltanto alcune parti che saranno formate da nuovi contenuti.

Conviene mettere dei contenuti, più o meno estesi, a pagamento?

Bisogna vedere se i ricavi delle sezioni a pagamento compenseranno la probabile diminuzione di utenti e di investimenti pubblicitari.
Tutte le informazioni a pagamento non appariranno nei motori di ricerca.
I giornali si renderanno invisi ai lettori giovani, principali lettori dell'online ed abituati ad una grande varietà di informazione gratutita.

Per il momento in Europa questi problemi paiono lontani, i nostri giornali online continuano ad essere dei semplici aggregatori di takes d'agenzia, corredati da qualche filmato, foto, editoriali (spesso copiati pari pari dal giornale cartaceo) e blogs (forse l'unico vero contributo originale).


giovedì 7 maggio 2009

Comunicazione di mercato




La rivista americana Fortune ha stilato nel 2008 una classifica con le maggiori multinazionali del mondo
. La multinazionale italiana che vanta maggiori profitti è l'ENI, 27° nel global rank.

Come sfrutta, l'ENI, il proprio sito?
Riesce a fornire una buona comunicazione di mercato?

La società Bowen Craggs & Co. si occupa di analizzare il livello di efficenza dei siti delle più grandi aziende al mondo. La classifica del 2009 pone l'ENI al 6° posto.
La valutazione della Bowen Craggs & Co. si basa su alcuni aspetti chiave come ad esempio la capacità di comunicare con altre società, con i media, con investitori, con persone in cerca di lavoro, con i clienti.

Il sito dell'ENI appare subito semplice, elegante e raffinato ma soprattutto appaiono in evidenza tutte le caratteristiche principali.
In alto a destra vengono richiamate le sezioni:
-clienti, con a disposizione servizi on line per gestire le forniture di gas ed energia elettrica e la possibilità di informarsi su promozioni e varie iniziative cultutrali promosse dalla società;
-media, con tutte le principali info sull'azienda, è perfino presente un giornale online fatto dalla società con lo scopo dichiarato di diffondere la cultura dell'energia, del mondo del petrolio e del gas;
-investitori, con informazioni sul titolo quotato in borsa, le attività del mese e i principali documenti consultabili in formato pdf;
-opportunità di lavoro, in cui inviare il proprio cv, o per informarsi su particolari corsi specialistici, master, la scuola Mattei e borse di studio.

Il sito dispone pure di un servizio RSS, per dare informazioni isull'azienda in tempo reale a chi è interessato.
Una mappa del sito permette di osservare rapidamente tutti i contenuti. Balza subito all'occhio la vastità di informazioni dedicate alla sostenibilità, argomento che sta molto a cuore a tutti i cittadini del mondo.

martedì 5 maggio 2009

Possono le agenzie di stampa fare concorrenza ai giornali online?




L'agenzia di stampa è una fonte diretta per il giornalista, ma pure per l'utente casuale. Le principali agenzie italiane sono: l'Ansa, l'Apcom, l'Agi, l'Asca, l'Adnkronos, l'Italpress, Dire e Il Velino.
A differenza dei giornali online l'agenzia non dovrebbe pubblicare news (cioè l'articolo di giornale, articolato e con i vari punti di vista dei protagonisti) ma flash (notizia sintetizzata in una frase), o notizie composte da poche righe per informare dell'accaduto seguendo la regola delle 5 W.
Ma non è così, spesso le agenzie di stampa offrono molto di più. Per esempio il sito dell'Ansa, presenta approfondimenti, photogallery e photo story, numerose video news e brevi tg. Non a caso, nella classifica de L'Espresso, citata nel post precedente, il sito dell'Ansa è situato al 4° posto. L'Adnkronos ha una rubrica dedicata all'oroscopo e all'almanacco con proverbi e santi del giorno oltre ad un forum che permette una piena interazione tra utenti e agenzia. Anche l'inglese Reuters fa largo uso di notizie ben articolate e approfondite aiutandosi con numerosi video.
Altre agenzie di stampa adottano uno stile più riservato e più in linea con la loro tradizione: trattano la notizia come un prodotto da vendere e forniscono unicamente un servizio per abbonati come ad esempio l'Italpress, l'Afp (Agence France-Presse), l'AP (Associated Press), Dow Jones.
Le agenzie di stampa sono fonti primarie per il giornalista, ma molte di esse non si limitano a fornire un servizio dedicato unicamente ad operatori specializzati ma si rivolgono ad un ampio pubblico interessato all'informazione, lo stesso pubblico dei giornali online. La concorrenza è totale.



martedì 28 aprile 2009

Glossario




Questo è un pratico glossario con lo scopo di raccoglie la maggior parte dei termini tecnici comunemente usati in internet.

Box
: letteralmente scatola, è un riquadro all'interno di una pagina web contenente qualsiasi tipo di elenco, funzioni del menu, link, ecc.

Blog
: dall'inglese weblog, letteralmente diario di bordo, è una pagina web personale sulla quale l'autore annota periodicamente le proprie riflessioni, segnala i siti visitati o gli articoli letti e dialoga con i lettori. (M. Pratellesi)

Breaking news: sono i flash delle ultime notizie.

Cookies
: Un cookie è una piccola quantità di dati, spesso contenenti un codice identificativo unico anonimo, che vengono inviati al tuo browser da un server Web e che vengono successivamente memorizzati sul disco fisso del tuo computer. Il cookie viene poi riletto e riconosciuto dal sito Web che lo ha inviato ogniqualvolta che effettui una connessione successiva. Servono per memorizzare e talvolta tenere traccia di alcuni dei dati personali dell'utente.

Counter: Counter significa contatore di accessi ed è uno strumento molto utile che permette di tenere sotto controllo il numero di visite ricevute sul proprio sito web.

Database: archivio di dati strutturato in modo tale da consentire la gestione dei dati stessi da parte di applicazioni software.

Deeplink: è un link diretto alla pagina interna di un sito.

Disclaimer: Un disclaimer è, in generale, un'affermazione tesa a definire o delineare l'estensione, i diritti e gli obblighi tra due o più soggetti coinvolti in una relazione legalmente riconosciuta. In particolare, il termine "disclaimer" si applica principalmente nei casi in cui la suddetta relazione implica un certo livello di rischio o di incertezza per almeno uno dei soggetti coinvolti; il disclaimer tende a circoscrivere e definire tali rischi.

Facelink: è un link diretto alla homepage del sito richiamato.

Feeds RSS: Sono dei file generati automaticamente dai siti che ne dispongono. Attraverso l'uso e la memorizzazione di questi file è possibile sapere, tramite gli aggregatori, quando un sito viene aggiornato senza andare sul sito stesso. Gli aggregatori sono delle interfacce che permettono di monitorare contemporaneamente tutti i siti che si vogliono. In un colpo d'occhio si può sapere quali siti sono stati aggiornati e cosa è stato scritto.

Frame: letteralmente riquadri, servono a suddividere una medesima finestra del browser in vari riquadri indipendenti.

Homepage
: è la pagina iniziale e principale di un sito.

Ipertesto:
Un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro tramite parole chiave. È possibile leggere, all'interno di un ipertesto, tutti i documenti collegati dalla medesima parola chiave. Il sistema delle parole chiave permette di passare da un documento all'altro rendendo possibile una lettura non sequenziale dei contenuti. Internet è stato concepito come un ipertesto globale.

Layout: si intende l'impaginazione e la struttura grafica di un sito web.

Link: è un collegamento tra una pagina web ed un'altra. Il verbo linkare viene utilizzato per descrivere l'azione di esibire, mostrare, uno o più link.

Permalink: Un permalink (contrazione della frase inglese "permanent link") è un tipo di URL che si riferisce ad una specifica informazione implementato in modo da non cambiare o almeno per rimanere lo stesso per lunghi periodi di tempo. Il termine è spesso impiegato nell'ambito dei blog per indicare il link ad un determinato post.

Podcast: è un file audio/video messo a disposizione su internet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica e scaricabile automaticamente da un apposito programma, chiamato aggregatore, e si basa sui Feed RSS.

Portale: è un particolare sito che contiene rimandi a molti altri siti e aree web.

Post: è il tipico messaggio che si inserisce nel blog.

Query:
è l'interrogazione di un database in modo da ottenere dei dati contenuti in uno o più database.

Streaming:
Il termine streaming identifica un flusso di dati audio/video trasmessi da una sorgente a una o più destinazioni tramite una rete telematica. Questi dati vengono riprodotti man mano che arrivano a destinazione.

Tag:
Un tag è una parola chiave o un termine associato a un "pezzo" di informazione (un'immagine, una mappa geografica, un post, un video clip ...), che descrive l'oggetto rendendo possibile la classificazione e la ricerca di informazioni basata su parole chiave.

Template:
è il modello di impaginazione di una pagina web ( sito o blog)

Tiker:
sono i flash di notizie che corrono entro una barra dislocato solitamente nella parte superiore di un sito web.

Per ulteriori voci consultare il glossario della mia collega Caterina Kirsten, che penso sia il bloglossario più completo ed esaustivo.

martedì 21 aprile 2009

Perchè leggere online?



Molti concordano sul fatto che leggere un articolo, una notizia, un approfondimento o qualsiasi testo dal monitor di un pc non sia piacevole. Ma l'editoria è in crisi, gli investimenti pubblicitari su quotidiani e settimanali crollano, mentre su internet, seppur lievemente, crescono. Così come sono in crescita i lettori dei siti di informazione. Il settimanale "L'Espresso" nel mese di febbraio 2009 riporta questa classifica: Repubblica.it 1209, Corriere.it 1094, Gazzetta.it 742 (i dati sono riferiti agli utenti unici per giorno medio).

Quali sono i vantaggi dell'informarsi online rispetto a quelli del classico quotidiano?
  1. Un' informazione in tempo reale, sempre aggiornata, per poter monitorare continuamente un evento che si prolunga per più ore.
  2. La comodità di poter accedere all'informazione quando si vuole e dove si vuole.
  3. La modulabilità, ogni utente può gestire l'informazione in base alle sue esigenze e ai suoi intereressi, iscrivendosi a newsletter o tramite i link proposti arrivare alla fonte principale.
  4. La possibilità di comparare l'informazione tra diversi siti, condizione fondamentale per farsi una propria opinione e verificare la validità della notizia.
  5. Interagire col sito e poter dire la propria attraverso sondaggi e commentando i vari articoli.
Personalmente concordo su questi 5 punti, soprattutto per informarmi sulle numerose notizie giornaliere e spesso leggo unicamente le tre righe dei flash dell'Ansa. Ma per i vari approfondimenti e quindi letture piuttosto lunghe prediligo il settimanale cartaceo come il già citato "L'Espresso" o "Internazionale" oppure un buon libro incentrato su una particolare tematica. La piacevolezza della lettura su supporto cartaceo a mio avviso è ancora imbattibile.




giovedì 2 aprile 2009

"Il presidente ferroviere"



Secondo il premier Silvio Berlusconi il 25 marzo è “da segnare come una data storica per le ferrovie ma anche nella storia d’Italia”. È la data dell’inaugurazione dell’alta velocità Bologna-Firenze. Ma il “presidente ferroviario”, come lui stesso si è definito con tanto di cappello da ferroviere in testa, dimentica che i trasferimenti a corto raggio sono il 90% del traffico ferroviario. Migliaia di pendolari ogni giorno affrontano vagoni vecchi, sovraffollati, sporchi, ritardi cronici e convogli soppressi. Nessuno fa nulla. Nel 2000, con la riforma Bassanini, è stato effettuato il passaggio della competenza e delle risorse del trasporto ferroviario alle Regioni, le quali versano alle ferrovie i finanziamenti ricevuti dallo Stato. Questo in pratica ha comportato un continuo scaricabarile dalle Regioni alle Fs e viceversa. Così mentre assisto stupefatto in televisione all’orgoglio del “presidente ferroviario” nell’inaugurare l’alta velocità, tutti i giorni affronto un viaggio da Bozzolo (MN) a Parma, in una linea ancora interrotta dal maggio del 2004 all’altezza di Torrile San Polo, proprio a causa del passaggio della linea ad alta velocità Milano-Bologna. Non esistono avvisi che comunichino ai poveri pendolari quando questo disagio finirà.



Vaia Alan

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